Mental training: più sicurezza in sella

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In moun­tain bike ci si diverte il doppio con alcune pratiche strategie mentali. Sulla mountain bike, infatti, non sono richieste soltanto abilità fisiche ma anche forza mentale.

La bici è una cosa di testa

Chi l’ha già fatto sa cosa si prova ad affrontare una discesa piena di radici in sella a una bicicletta. La con­cen­tra­zione è tutto in quei momenti. L’occhio cerca di continuo la linea retta da seguire. È divertimento allo stato puro e dentro di noi si scatena una vera e propria tempesta di ormoni (o meglio, di endorfine). Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia: durante la discesa ci imbattiamo di continuo in passaggi difficili e tutte le volte dobbiamo decidere se affrontarli o meno. In questi momenti ci domandiamo: «Vado o non vado?», «E se poi cado?», «E se invece alla fine ce la faccio, che sensazione provo?».

La paura si genera nella mente. E il coraggio anche.

A quasi tutti i mountain biker è già capitato di porsi queste domande. Infatti, in situazioni simili, oltre a possedere buone abilità tecniche, è importante essere ben allenati mentalmente. La nostra redattrice Livia Bieri ha seguito un corso di mental training per mountain biker e ci rivela quali sono stati i consigli più utili che ha ricevuto.  

Forza mentale ad ogni pedalata

Proprio all’inizio del corso, Claudia Müller-Amstutz, mental trainer IAP, spiega cos’è esattamente il mental training: «La forza mentale è la capacità di spingersi ai propri limiti senza curarsi della situazione in cui ci si trova.» Esistono diverse strategie di tipo mentale per esprimere questo livello massimo di performance e sicurezza. Infatti, come si sente spesso dire, la paura si genera nella mente. E il coraggio anche.

Mental training sullo sterrato

Nella messa in pratica delle strategie apprese, è importante testarsi in situazioni diverse. Ma in che modo? Sicuramente partendo dalle cose più facili e aumentando via via la dif­fi­coltà. Si consiglia di interiorizzare le strategie mentali sui terreni più facili e di metterle in pratica in un secondo momento sullo sterrato, ad esempio lungo un single track. Julia Niederberger (Swiss Cycling Guide presso Trudy Bike) aggiunge a tal proposito: «I migliori mental training e allenamenti tecnici sono quelli eseguiti sullo sterrato, perché qui è possibile mettere subito in pratica e assimilare quanto appreso».

Sfruttare l’immaginazione

Un esercizio frequente che si impara quando si fa mental training è quello della visualizzazione: con la mente immaginiamo noi stessi nel modo più dettagliato e realistico possibile mentre affrontiamo con deter­mi­na­tezza una particolare situazione. Con questa tecnica aumentiamo il livello di performance e le proba­bi­lità di successo. La utilizzano anche gli atleti professionisti, perché spesso, a questi livelli, a decidere se vincere o perdere non è il corpo bensì l’abilità mentale.

Il mental training funziona come un allenamento mus­co­lare: è possibile allenare le abilità mentali come se fossero un muscolo. Già a fine corso abbiamo acquisito maggiore sicurezza e visualizzare è diventato molto più facile.
Livia Bieri, esperta GSA presso la CSS

In definitiva quello della visua­liz­za­zione è un esercizio molto utile anche per i dilettanti. Di fronte alle discese più complicate, richiamare alla mente la sensazione di controllo, un buon comportamento visivo e la posizione corretta sulla due ruote può aiutarci a far leva sulla nostra performance.

Prospettive di visualizzazione

È possibile mettere in pratica la tecnica di visua­liz­za­zione da due prospettive diverse.

  1. Con la visualizzazione interna osserviamo noi stessi come se avessimo una telecamera sopra la testa.
  2. Con quella esterna invece ci guardiamo mentre compiamo l’esercizio, come se fossimo gli spettatori di noi stessi.

Entrambe le tecniche sono adatte, dobbiamo solo scegliere quella che ci piace di più.

Consiglio: l’esercizio della visua­liz­za­zione non è efficace soltanto per chi va in bicicletta ma può au­men­tare i nostri livelli di performance anche al lavoro. Se, ad esempio, prima di una presentazione impor­tante siete molto agitati, immaginate voi stessi mentre presentate in tutta scioltezza davanti a un pubblico soddisfatto. Provateci!

Affrontare la paura e lo stress

In mountain bike, ogni volta che si arriva a un punto pericoloso, è fondamentale decidere con­sa­pe­vol­mente se andare avanti in sella o scendere. A questo punto è bene sapere che, a seconda della situazione, valutiamo il pericolo, fortunatamente, sempre in modo diverso. Se ad esempio stiamo tornando a casa dopo un lungo tour estenuante, un punto che di solito percorreremmo con facilità all’improvviso potrebbe sembrarci pericoloso.

Subito dopo aver valutato il pericolo arriva il momento di decidere se procedere in sella o scendere. In questi casi è importante prendere una decisione consapevole.
Claudia Müller-Amstutz, mental trainer IAP

Controllare la respirazione

Claudia Müller-Amstutz consiglia a coloro che decidono di procedere in sella di controllare la respirazione ed espirare proprio mentre si effettua il passaggio critico. Così tutti i muscoli si tenderanno al punto giusto. Una volta superato l’ostacolo, l’attenzione andrà di nuovo rivolta sul percorso.

E chi invece decide di scendere dalla bici? Anche questa è una scelta molto saggia, soprattutto perché si minimizza il rischio di infortuni. Non dimentichiamoci, infatti, che prima di tutto viene il divertimento!

Sicurezza in sella

Chi vuole sedersi sulla sella con un senso di sicurezza dovrebbe dare una breve occhiata ad alcune parti della bicicletta prima di fare un giro. Infatti, una vite vacillante può diventare subito pericolosa. Nell’M-Check il professionista mostra quali sono le parti più importanti.

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